Una regione non può inserire, in avvisi di manifestazione di interesse, clausole “territoriali” restrittive, volte a favorire le imprese con sede legale nel proprio territorio. Ciò viola i principi di libera concorrenza e di parità di trattamento, oltre che di buon andamento dell’amministrazione pubblica. Così Anac, con nota del presidente del 12 maggio 2023, è intervenuta su una gara d’appalto in Valle d’Aosta.
Il caso. La Regione Autonoma Valle d’Aosta, infatti, nell’avviso di manifestazione d’interesse, aveva evidenziato che – nel caso gli operatori economici interessati fossero stati più di dieci – la selezione sarebbe avvenuta con estrazione a sorteggio pubblico, tenendo conto della diversa dislocazione territoriale. Ossia, sarebbero stati privilegiati cinque operatori economici con sede legale in valle d’Aosta e cinque con sede legale nel resto d’Italia e d’Europa.
A seguito di una segnalazione che evidenziava l’anomalia, l’Autorità ha avviato un’azione di vigilanza, che si è conclusa contestando alla Regione Valle d’Aosta l’operato.
La precisazione di Anac. Nel confermare i profili di anomalia e la non conformità alla normativa di settore, l’autorità ribadisce che la stazione appaltante “non deve essere discriminante per gli operatori economici né condurre ad improprie ed ingiustificate restrizioni per la concorrenza. La scelta di limitare la partecipazione alla procedura negoziata ai soli operatori aventi sede legale nella Regione Valle d’Aosta è riferibile ad una scelta discrezionale della SA; tale scelta, tuttavia, in base ai principi di trasparenza, imparzialità e buon andamento dell’azione amministrativa sanciti dall’articolo 97 Costituzione, avrebbe dovuto essere specificamente motivata ed adeguatamente esplicitata nell’Avviso di manifestazione di interesse”.
Staff Traspare