L’anticipazione del 20% del prezzo dell’appalto, ossia l’importo riconosciuto all’appaltatore per far fronte alle spese necessarie all’avvio del contratto, è obbligatoria e non può essere rateizzata. Unica eccezione, i contratti pluriennali nel settore della difesa e della sicurezza. La maggiorazione al 30% introdotta dal Decreto Rilancio, invece, è meramente eventuale e subordinata alle disponibilità in bilancio delle risorse necessarie. Lo chiarisce l’Anac con la Delibera n.325 del 13 luglio 2022 approvata per far fronte ad alcuni dubbi interpretativi sorti a seguito delle modifiche del Codice degli appalti.
Originariamente tale istituto si riferiva soltanto ai lavori. Con il decreto Sblocca Cantieri, la sua applicazione è stata estesa anche agli appalti di servizi e forniture. L’Anac precisa che l’anticipazione è obbligatoria, a prescindere da una specifica richiesta dell’appaltatore e dalla valutazione della sussistenza di una effettiva esigenza di liquidità da parte della stazione appaltante. Inoltre, il Decreto Rilancio ha introdotto la possibilità di incrementare l’anticipazione del prezzo dal 20 al 30 per cento del valore del contratto di appalto. In questo caso, l’Autorità chiarisce che l’incremento è “meramente eventuale”, ossia legato alla disponibilità in bilancio le risorse necessarie. Nella delibera, inoltre, viene precisato che l’anticipazione deve essere riconosciuta anche con riferimento a prestazioni già svolte e già pagate per le quali, prima della modifica del Codice degli appalti, non era prevista. In questo caso, l’anticipazione andrà calcolata sul valore residuo del contratto, scorporando le prestazioni già eseguite e remunerate.
L’Anac chiarisce, infine, che la stazione appaltante non può derogare al Codice degli appalti prevedendo unilateralmente la rateizzazione dell’anticipazione (al di fuori dei casi, previsti dallo stesso Codice, dei contratti ultra-triennali nel settore della difesa e sicurezza). Con il Decreto Rilancio, infatti, il legislatore ha voluto potenziare lo strumento dell’anticipazione per far fronte alla crisi di liquidità delle imprese nel periodo pandemico. Un’esigenza divenuta oggi ancora più urgente secondo l’Autorità Anticorruzione a fronte della guerra in Ucraina.