Con la sentenza n. 6332 del 18 novembre 2024, il TAR Campania ha stabilito che un’aggiudicazione può essere legittima anche senza la verifica preliminare dei requisiti fiscali e contributivi dell’offerente, qualora vi siano impedimenti burocratici insormontabili. La decisione sembra però porsi in contrasto con i pareri espressi dall’ANAC.
La questione nasce da una procedura di gara in cui l’aggiudicazione è stata disposta senza l’acquisizione del DURF (Documento Unico di Regolarità Fiscale) della società mandante, in apparente violazione dell’art. 17, comma 5, del d.lgs. n. 36/2023. Secondo i pareri nn. 57 e 57 bis del 15 novembre 2023 dell’ANAC, in questi casi “la procedura rimane ferma e l’eventuale aggiudicazione non acquista efficacia” fino al completamento delle verifiche. L’Autorità aveva sottolineato come un simile approccio fosse coerente con il principio di legalità e con il vincolo alla massima tempestività delle procedure, evitando che i contratti fossero conclusi senza i dovuti controlli.
Il TAR, tuttavia, ha seguito un’interpretazione differente. Secondo il Collegio, l’inerzia dell’Agenzia delle Entrate nel rispondere ai ripetuti solleciti ha creato un’impasse tale da giustificare la scelta della stazione appaltante di procedere all’aggiudicazione. Quest’ultima si è cautelata inserendo nel contratto una clausola risolutiva espressa, che consente di sciogliere l’accordo qualora i certificati, una volta ottenuti, risultassero negativi.
“La procedura adottata – si legge nella sentenza – è legittima e coerente con il principio del risultato, che impone di superare situazioni di stallo e garantire la tempestività dell’affidamento”. Il TAR ha inoltre evidenziato che, nel caso specifico, la ricorrente aveva fornito prova del continuativo possesso dei requisiti di regolarità fiscale e contributiva da parte della mandante (cfr. TAR Campania, Salerno, n. 1600 del 29 luglio 2024).
La decisione del TAR rappresenta un punto di rottura rispetto all’orientamento dell’ANAC, aprendo un dibattito sul bilanciamento tra il principio di legalità e quello del risultato nelle procedure di appalto pubblico. Resta da vedere se questo approccio verrà confermato in eventuali ulteriori gradi di giudizio.
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